Panico e ansia, etimologia e gestione delle situazioni di…

Il panico e l’ansia, o per lo meno le situazioni che li descrivono sono un sempreverde della psicologia clinica (in termini di diffusione, sviluppo storico-culturale e incisività nei contesti di vita ), che vengono raccontati da chi li vive anche nei termini di ansia, angoscia, ossessioni e pensieri ricorrenti.

Ma ti sei mai chiesto da dove arrivano queste parole e come sono arrivate oggi a codificare precise modalità di sentire e sentirsi?

Panico sta indicare (etimologicamente) un qualcosa relativo al dio Pan; divinità silvana, deformemente metà uomo metà capra che vive nei boschi, dedito allo spaventare i viandanti con ululati terrificanti. Da questo suo costume oggi la parola assume il significato di terrore non controllato, paura improvvisa che assale la persona e che annebbia il sentire.

Ansia deriva invece dal latino anxia, da cui possiamo arrivare al verbo ango che indica l’atto di stringere, soffocare o anche di angosciare. Questo ci porta al significato condiviso da taluni come uno stato di agitazione e/o soffocamento mentale a fronte di specifiche situazioni.

D’altra parte molta psicologia mainstream identifica e categorizza queste esperienze nei termini di:

  • attacchi di panico, frequenti e intense sensazioni di terrore e smarrimento e malessere generalizzato alla sfera corporea e del sentirsi;
  • paura o fobie, la difficoltà che può esprimersi in disagio rispetto al compiere una determinata azione o ad avere a che fare con determinati oggetti/animali/ecc;
  • disturbi ossessivi-compulsivi, il mettere in atto o il pensare a precise sequenze di pensiero e azioni a costo di andare a interrompere, modificare, forzare ed evitare situazioni di vita;
  • manie quei modi di fare o intendere il mondo che tolgono energia o tempo;
  • irrequietezza o ansia generalizzata, quel sentirsi in agitazione continua e dissonante, che logora rapporti e prospettive di vita, che viene spesso inteso come un tratto caratteriale;
  • pensieri ruminanti, quel ronzare continuo in testa di pensieri che si intrufolano e martellano, come voci differenti in continua discussione;

È utile precisare che il tipo di esperienze qui descritte sono delle esemplificazioni per cercare di trattegiare una sintesi. Ogni persona vive una biografia unica, ogni biografia ha una storia, una storia i suoi problemi. Ogni problema è differente dall’altro.

Le situazioni qui descritte però hanno un comune denominatore nella persona che le sperimenta, ovvero la mancanza di controllo su quello che sta accadendo. É fondamentale quindi la costruzione condivisa di un intervento che permetta alla persona di recuperare il controllo della situazione, promuovendo strategie utili alla gestione.

Ecco perchè al di là di protocolli o metodologie prestabilite si offre la possibilità di co-costruire con il cliente dei percorsi personalizzati, attraverso l’uso dei modelli d’intervento più efficienti ed efficaci (terapia interattivo-cognitiva, terapia strategica, TaOS) che la psicologia clinica odierna ha sviluppato. Modelli pragmatici, interattivi e orientati alla soluzione e gestione in via definitiva di quelle situazioni comunemente definite come ansia o panico precedentemente descritte.

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